Design Your Life


Ho appena finito di leggere “Design Your Life” di Bill Burnett e Dave Evans, a quanto pare un must have tra i multipotenziali.

Il libro si propone di aiutarci a (ri)progettare la vita attraverso il design thinking.

In sintesi: il modello lean startup ma in salsa “cosa fare nella vita”.

Vorrei evitare di tirare in ballo la metafora del “se hai solo un martello tutto ti sembrerà un chiodo”, ma questa Silicon Valley’s Culture inizia un po’ a rompere i coglioni.

In ogni caso ho trovato diversi spunti interessanti, che riporto qui in ordine sparso:

Passione

Trasforma la tua passione in professione, dicono i guru.

Però quanti, soprattutto giovani, sentono di non avere una vera e propria passione?

Ma soprattutto: che cos’è la passione?

Il libro ci fornisce una prospettiva interessante, concreta e meno new age: la passione è il risultato di un processo.

Ci appassioniamo cioè alle cose che testiamo, più o meno casualmente, da cui riceviamo feedback positivi dall’ambiente che ci circonda.

Dobbiamo quindi uscire dal fatalismo che ci vede prigionieri di fantomatiche caratteristiche genetiche e sperimentare il più possibile.

Star fermi ad interrogarsi su quale sia la nostra vera vocazione è quindi inutile e dannoso.

Problemi di gravità

Nel nostro processo di sperimentazione dobbiamo evitare di arenarci nei problemi di gravità.

I problemi di gravità sono tutte quelle condizioni, fuori dal nostro controllo, per le quali non possiamo agire e che dobbiamo necessariamente accettare.

I problemi di gravità non sono in realtà problemi ma contesi.

Argomento direi connesso sia allo stoicismo che al cosiddetto illusion of controll bias, la tendenza cioè a sovrastimare la nostra capacità di controllare gli eventi esterni.

Problemi di ancoraggio

Quando ci sentiamo bloccati per troppo tempo su un problema complesso, probabilmente abbiamo un problema di ancoraggio e dobbiamo rimettere in discussione il problema stesso (reframing).

Capita spesso quando abbiamo un’idea, magari la prima che ci è venuta in mente e ce ne innamoriamo al punto di convincerci che sia l’unica possibile.

L’approccio suggerito è quello della prototipazione continua.

The Jam Experiment

Troppa scelta equivale a nessuna scelta.

Questo noto esperimento, che non conoscevo, ha dimostrato che sopra un certo numero di opzioni il nostro cervello non è in grado di scegliere.

Sono stati installati degli espositori di marmellate in un supermercato, a parità di giorno della settimana, di orario e di affluenza il risultato è stato:

  • Test A – 6 gusti esposti: il 40% dei clienti si è fermata a guardare lo stand, il 13% ha acquistato una marmellata
  • Test B – 24 gusti esposti: il 60% dei clienti si è fermata a guardare lo stand, il 3% ha acquistato una marmellata

Quindi è fondamentale, anche nel Life Design, ridurre al minimo le opzioni senza paura di aver cancellato quella giusta.

Appunti: Tu sei qui

Come nel growth hacking, il primo step per migliorare una metrica è misurarla.

Così, per migliorare il design della nostra vita, dobbiamo prima di tutto attribuirgli un punteggio qualitativo; gli autori propongono di creare una dashboard con quattro indicatori: salute, amore, gioco e lavoro. Per ognuna di queste voci dobbiamo attribuire un punteggio da 1 a 10 e motivarlo. (mha)

Appunti: La bussola

Non dobbiamo stabilire una destinazione precisa per il nostro viaggio, ci accontentiamo di capire se siamo o meno nella direzione giusta.

Per farlo dobbiamo mettere a fuoco quali sono i valori che ci guidano, sul lavoro ma in generale nella vita.

Rispondere cioè a domande come che cos’è il lavoro? Qual è il senso della vita? Esiste Dio? (facile)

appunti: Cosa ti coinvolge, cosa ti dà energia

A questo punto dobbiamo capire quali sono, nella nostra attuale routine, le attività che ci coinvolgono e quale ci annoiano, quali ci danno energia e quali ce la tolgono.

C’è un breve accenno al concetto di flow come punta massima di coinvolgimento: lo stato di flow o flusso di coscienza è quella condizione dove siamo completamente assorti in un’attività tanto da perdere la concezione del tempo e dell’ambiente circostante.

Il libro suggerisce di tenere un diario dei momenti buoni per almeno due settimane: appuntarsi cioè nel corso della giornata tutte quelle task che in qualche modo ci hanno restituito un feedback significativo a livello di coinvolgimento, flow e energia. (non l’ho fatto)

appunti: Mappe mentali

L’esercizio successivo consiste nel creare delle mappe mentali partendo da parole chiave estrapolate dal nostro diario dei momenti buoni: da queste parole dobbiamo scriverne 4 o 5 collegate, e poi rifacciamo il processo per tutte le nuove parole generate.

Dopo aver ripetuto per almeno un paio di volte si va a sottolineare le parole più esterne che ci colpiscono.

appunti: Progetti Odissea

Secondo gli autori, ognuno di noi vive più vite durante il corso della propria esistenza, proprio perchè intorno a noi tutto muta e noi facciamo altrettanto.

Sinceramente non ho capito perchè questo libro venga collegato alla multipotenzialità visto che sembra dire che infondo siamo tutti multipotenziali (e quindi non lo è nessuno).

Ma andiamo avanti.

Ci viene richiesto di immaginare tre scenari ideali per i prossimi 5 anni.

  • Scenario A: cosa farebbe il te stesso tra 5 anni che ha avuto successo nel fare tutto ciò che sta cercando di fare oggi
  • Scenario B: cosa farebbe il te stesso tra 5 anni se quello che fai oggi non fosse più praticabile
  • Scenario C: cosa farebbe il te stesso tra 5 anni se i soldi non fossero più un’esigenza

Evidentemente questo tipo di approccio sfrutta le tecniche di visualizzazione: immaginando di vivere gli scenari A, B e C inganniamo la nostra mente al punto di poter visualizzare cosa penseremmo in quella condizione: come ci sentiremmo? quali problemi avremmo?

Conclusioni

La cosa più interessante di questo libro è stato leggerlo mentre scrivevo questo post. Perchè:

  • Mi sono forzato a leggere di più e ho quindi accelerato la lettura (letto in 8 giorni)
  • Scrivere mi ha permesso di fissare meglio i concetti
  • Rileggere mi ha permesso di trovare connessioni tra i concetti

Questo post è a metà strada tra una riflessione, degli appunti e una recensione, forse dovrei dargli una forma più coerente. Se lo farò non troverete questo paragrafo.

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